13-14-09-2025: DI CASTELLI, DI BATTAGLIE E DI SANTUARI. UN VIAGGIO IN VESPA TRA IL CASENTINO E LA VALTIBERINA
16-09-2025 20:33 -
Nel nostro vespaclub Il Ponte Mediceo la Vespa è il leitmotiv di un qualcosa di più profondo che ci lega, e cioè il piacere di montare in sella per stare in compagnia nella più completa spensieratezza. Per questo la nostra associazione organizza tour culturali in Vespa per conoscere luoghi, tradizioni e la storia che da sempre è maestra di vita. Allora diventa un piacere farsi trasportare indietro nel tempo dal nostro caro amico e "magister" Massimo Cheli, che, dall'alto delle sue conoscenze storiche e archeologiche, quasi come un cantastorie, ci fa rivivere gli eventi e la vita di secoli passati con chiarezza e semplicità.
Il 13 e il 14 settembre 2025 abbiamo così organizzato il "vespatour" tra gli splendidi paesaggi toscani del Casentino e dell'alta Valtiberina, ricchi di storia, arte e paesaggi mozzafiato, collegati da affascinanti strade panoramiche percorse con il passo estremamente turistico della Vespa, perché, come dice il nostro motto, "con Vespa nessun luogo è lontano".
La perfetta organizzazione del viaggio ha richiesto impegno e tempo, ma l'instancabile Presidente Enrico Ceccarini, come un regista, ha pensato, diretto e coordinato tutto il viaggio, mantenendo la scaletta prefissata.
E quindi, alla buon ora di sabato i 28 partecipanti, suddivisi tra Vespa, moto e auto, si son messi in viaggio. Anche se le previsioni meteo erano incoraggianti ma nello stesso tempo molto dubbiose, 10 equipaggi in vespa 5 in macchina e una moto sono partiti al consueto grido "vesciche vuote e serbatoi pieni". Lungo il percorso, studiato su belle strade in modo da non intersecare le telecamere dello “Scudo Verde” del Comune di Firenze, abbiamo fatto una gustosa colazione in quel di Grassina. Intanto gli equipaggi in auto erano in viaggio per ricongiungersi con il gruppo dei vespisti nella prima meta del nostro tour e cioè il Castello e la Pieve di San Pietro di Romena nel comune di Pratovecchio. Qui abbiamo incontrato il nostro Magister Massimo Cheli accompagnato da Simona e dalla professoressa Chiara Leo che hanno avuto un ruolo molto importante nel coadiuvare Massimo.
Tra spiragli di sole, nella fresca brezza mattutina, la vista della Pieva Romanica e del Castello hanno contribuito a rendere ancor più caldo il momento del ricongiungimento di tutti i partecipanti.
La Pieve di San Pietro di Romena, edificata nel 1152 sulle rovine di templi pagani, fu realizzata in "tempore famis" quindi in un periodo di carestia, per chiedere la grazia di fare finire un tempo difficile nella speranza di prosperietà. Divenuta per questo un punto di accoglienza dei viandanti fu riportata agli antichi splendori dal 1991 quando, dall'esperienza di don Luigi Verdi, un gruppo di persone si sono dedicate all'accoglienza di coloro che per qualsiasi motivo hanno smarrito un pezzo di strada della loro vita, fornendogli un importante aiuto spirituale. Per questo abbiamo deciso di restare per pranzo nella struttura a lato della Pieve.
Sopra la Pieve si staglia il Castello di Romena, il più vecchio del Casentino. Le rovine ci danno testimonianza di quello che doveva essere uno splendido maniero che ospitò Dante e molto dopo Gabriele D'annunzio. Il suo splendore iniziò a vacillare dopo la battaglia di Campaldino, quando i Conti Guidi iniziarono il loro declino. La passeggiata tra le rovine, sotto un tiepido sole settembrino, resterà sicuramente un bel ricordo. Massimo e Chiara ci hanno illustrato la Battaglia di Campaldino tra Guelfi e Ghibellini, avvenuta proprio a pochi chilometri da Romena. Il loro racconto ci ha fatto immaginare le fasi della battaglia e i movimenti che le truppe fecero per arrivare alla vittoria. Ci hanno parlato di Dante, di Buonconte da Montefeltro di Cecco Angiolieri e dei loro comportamenti, facendoci immedesimare in questi personaggi immersi proprio nei luoghi che stavamo visitando.
La tappa successiva è stata lo splendido castello di Poppi dei Conti Guidi che domina la piana della battaglia di Campaldino e che fu protagonista durante la battaglia.
Abbiamo lasciato Poppi per raggiungere Chiusi della Verna. Il Santuario della Verna è un luogo sacro immerso nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste del Casentino. Il Santuario, famoso per essere il luogo delle stimmate di San Francesco d'Assisi, offre oggi una combinazione unica di spiritualità e bellezza naturale. I luoghi di preghiera del santo incastrati nella roccia ci hanno fatto capire la condizione in cui vivevano i poveri in uno dei periodi più bui dell'umanità: il medioevo. Sulla terrazza che domina la valle, sotto la grande croce di legno, abbiamo assaporato il momento più toccante di tutto il tour, Chiara Leo, sul sottofondo musicale ci ha recitato il Cantico delle Creature.
Il viaggio è ripreso per raggiungere l'hotel Euro e successivamente il ristorante Il Porticato a Pieve Santo Stefano, dove una bellissima e gustosa tavolata ci ha concesso il meritato riposo.
La mattina di domenica il viaggio è ripreso lasciando alle spalle il Casentino per immergersi nella Valtiberina, direzione Anghiari. Il grazioso borgo medievale è famoso per essere stato protagonista nella famosa Battaglia che rappresentò lo scontro decisivo tra le truppe del Ducato di Milano dei Visconti e la Repubblica Fiorentina. La vittoria della Repubblica permise il consolidamento del potere di Firenze che per questo commissionò a Leonardo da Vinci la rappresentazione della battaglia sulle pareti del salone dei 500 in Palazzo vecchio. Massimo e Chiara ci hanno parlato delle gesta dei comandanti Piccinino per i Visconti e Attendolo per la Repubblica, delle truppe di ventura e della storia del dipinto perduto a causa di una tecnica sbagliata adottata dal Genio. Parlando di Leonardo il mio grande amico Fabrizio Ferrali da Vinci, appassionato conoscitore di Leonardo e presidente della associazione culturale Acquaria, ci ha raccontato della giovinezza pittorica del Genio e della sua rappresentazione su tela della campagna di Vinci fino alla Val di Nievole. Per finire un giro a piedi tra le stradine del vecchio borgo e via ancora in sella lungo la valle del.Tevere per raggiungere Monterchi, pasesino arroccato su una altura noto per la Madonna del Parto, il celebre affresco di Piero della Francesca, dipinto in onore di sua madre originaria del posto. Nel giardino del museo Chiara ci ha regalato un'altra rappresentazione di teatro in tema dell'affresco e cioè le mani della madre ispirandosi alla poesia di Rilke.
Il tour sulla via del ritorno prevedeva una sosta a San Giovanni Valdarno ma una festa paesana non ci ha consentito di portare a termine il programma. Il rientro a casa dopo oltre 400 km ci ha comunque lasciato un piacevole ricordo che potrà essere ripagato solo con il prossimo tour già in fase di progettazione ..... e allora alla prossima tappa!